Mostra Divin Bestiario a Lugo di Romagna
Mostra di scultura di Mario Zanoni
Divin"Bestiario".
Figure del
fantastico animale e dell'immaginario nella Divina Commedia
La
mostra è stata promossa dal Comune di Lugo – Assessorato alla cultura,
con il patrocinio della Società di Belle Arti Circolo degli artisti
“Casa di Dante” di Firenze e del Museo Ugo Guidi di Forte dei
Marmi
Inaugurata, domenica 5 novembre 2017, nei suggestivi spazi della Rocca di Lugo, si è chiusa con succcesso domenica scorsa, 19 Novembre 2017, la mostra Divin"Bestiario". Figure del fantastico animale e dell'immaginario nella Divina Commedia dello scultore romagnolo Mario Zanoni.
Il finissage ha visto l'attore Franco Costantini, uno dei massimi esperti di letture dantesche, esibirsi, davanti a un attento e incuriosito pubblico, in una magistrale performance poetica con lettura di versi della Divina Commedia che traggono spunto dalle sculture in mostra realizzate da Zanoni.
Il
Divin
"Bestiario" è una serie di terrecotte work in progress, realizzate
da Mario Zanoni
a partire dal 2015 in
omaggio al Sommo poeta Dante Alighieri nel 750° anniversario della
sua nascita, furono
presentate per la prima volta nel
Luglio del 2015, quando, nella Rocca medievale di Bagnara di Romagna,
si è svolto un articolato evento dantesco, ideato da Marilena
Spataro, che ha visto al centro la mostra di 26 sculture dantesche
dell'artista di Lugo. Questa
collezione
rappresenta, a oggi, un unicum assoluto nell'ambito della scultura
contemporanea,
ciò sia per quanto
riguarda la vastità del ciclo scultoreo da un punto di vista
numerico (attualmente oltre 35 sculture) e sia, soprattutto, per
l'interpretazione data alle figure dell'immaginario dantesco da Mario
Zanoni, un
immaginario, che, come sottolinea il critico Alberto Gross nel testo
che accompagna il catalogo del Divin
“Bestiario”,
si caratterizza per una visionarietà alquanto originale dai rimandi
gotico medievali: «Se punto di partenza
per questo ultimo ciclo di opere - “Il Divin Bestiario” - risulta
il mondo della Commedia dantesca e la sua fauna variegata, difforme e
deforme, l'artista tende tuttavia a procedere naturalmente per
accumulo di suggestioni, stratificazioni e incastri che moltiplicano
e riverberano ogni ipotesi di figura. In questo Zanoni può
letteralmente definirsi un visionario: l'immagine non viene “veduta”
ma “visionata”, tra sensazione e percezione si frappone una virtù
oscura che penetra la natura conferendole una brillantezza violenta,
uno spirito quasi febbrile, tanto impercettibile e frammentario,
quanto mai icastico ed incisivo […] In tale contesto la logica
della figurazione, la narrativa dell'immagine cedono il passo ad una
più ampia dialettica di carattere non già razionale, quanto
intuitivo: Cerbero è sì il cane a tre teste, Caronte è il
traghettatore di anime e Medusa ha capelli di aspide e sguardo che
pietrifica, ma la loro storia, la loro universale e condivisa
mitologia viene trasformata in mitopoiesi, nella ricostruzione e
riproposizione di un teatro personalissimo ed individuale. Si tratta
di una sorta di soggettivazione dell'oggetto in cui la maschera –
pròsopon in greco antico – si riappropria del suo significato
archetipico andando a sovrapporsi e a coincidere con la “persona”.
Dal punto di vista formale le sculture di Zanoni si producono quasi
come delle emersioni dalla tattilità visiva estrema in cui tutto è
ascensionale: dalle fiamme che avvolgono Paolo e Francesca alle ali
dei grifoni, dalle corna dei fauni ai totem finanche alla
rappresentazione stessa della Morte non c'è soluzione di continuità.
La materia sembra radunarsi per raggiungere una dimensione superiore,
ultraterrena – motivo certamente già presente nel gotico – ma
che l'artista stravolge
secondo direttive
mutevoli, dinamizzando, accelerando un movimento che nella
simultaneità sintetica dei punti di vista sia ad un tempo centrifugo
e centripeto. L'allusività delle figure integra relazioni
complementari cercando sempre l'altro da sé, disponendosi ad
accogliere, non ad escludere: è la sperimentazione di una
visionarietà incline alla distorsione della natura, alla costruzione
di una metaforma che ne supera lo svelamento in una sorta di
prometeismo artistico praticato nei termini di una poetica del
proliferante. Parafrasando Arthur Danto si tratta di una ipotesi di
trasfigurazione delle multiformi potenzialità dell'irreale. Il
dettaglio diviene elemento contrastivo assoluto, luogo prediletto di
decantazione di accadimenti che si reificano solo se pensati come
fantastici, appartenenti ad un altroquando supposto ed
ultradimensionato. Mirabile visu, incredibile dictu».
Con
il ciclo del Divin Bestiario, Mario Zanoni, ha
inteso iniziare un percorso di “riscrittura” in termini plastici
della Divina Commedia attraverso una libera e personalissima
interpretazione delle figure dantesche.
Pensato come mostra
itinerante, il Divin
“Bestiario”,
nel Gennaio del 2017 approda, con grande soddisfazione dell'artista
romagnolo, a “casa”, ad accogliere le sue opere “dantesche”
furono, infatti, i prestigiosi spazi della Società delle Belle Arti
– Circolo degli Artisti – “Casa di Dante” di Firenze.
L'iniziativa
di Firenze promossa
dalla Società delle Belle Arti – Circolo degli Artisti – “Casa
di Dante” di Firenze,
realtà culturale dal nome tanto prestigioso quanto la fama di fucina
artistico-letteraria che da oltre un secolo l'accompagna,
con il
patrocinio del Comune di Firenze, si rese possibile grazie al
contributo della ROB CAR affermata azienda di Lugo di Romagna (RA),
che, nella figura del suo titolare, Mario Betti, cultore
del poema dantesco e appassionato di arti visive, ha sostenuto
l'iniziativa artistica dell'amico e concittadino Mario Zanoni nel suo
omaggio al Sommo poeta, da sempre figura amatissima a Ravenna e
provincia.
Con
la mostra del “Divin
Bestiario”,
ospitata alle Pescherie, il più prestigioso spazio espositivo di
Lugo, il lughese Mario Zanoni, va ad aggiungere un altro importante
tassello, di certo il più gratificante dal punto di vista affettivo,
ai tanti riconoscimenti ottenuti in Italia e all'estero in questi
anni per il suo lavoro di scultore. Afferma al riguardo il sindaco di
Lugo, Davide Ranalli: «Finalmente
Lugo, città di Mario Zanoni, ospita le opere che hanno portato
l’artista lughese anche in altre città italiane. Quando a gennaio
ho visitato la stessa mostra allestita a Firenze, nella casa natia di
Dante, ho portato a Mario l’orgoglio non solo mio, ma di tutta la
città per quanto era riuscito a realizzare. Il fatto che pochi mesi
dopo quella stessa esposizione sia arrivata a Lugo rende tutti noi
ancora più felici».

Mario Zanoni,
artista attivo fin dagli anni 70, è noto per le sue originalissime
reinterpretazioni di antiche mitologie. Tante le esposizioni in
Italia e non solo: in Inghilterra, nel 1992 per Tony Macintosh espone
terrecotte e bronzi a Tenterden e a Rye, nel Sussex, e nel 1993 alla
"Library Gallery" a Eastbourne.
Nel
1993 ha realizzato una serie di opere plastico- pittoriche in gesso e
cemento che sono state esposte in mostra a New York a una rassegna
d’arte per l’UNESCO.
A
Ravenna nel 1996 ha realizzato per gli spazi della sede centrale
della Cassa di Risparmio di Ravenna l'opera monumentale in bronzo Sol
Invictus, a Lugo, nel 2003 ha creato Aleph, opera monumentale in
bronzo e acciaio istallata nella sede locale della Confederazione
Nazionale dell’Artigianato.
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